sabato, 18 maggio 2024

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Iot e 5G: le leve della rivoluzione Telco

15/01/2024

di Giovanni Villarosa - Laureato in Scienze dell’Intelligence e della Sicurezza, esperto di Sicurezza Fisica per Infrastrutture, CSO e DPO,membro del comitato tecnico-scientifico del CESPIS, Centro Studi Prevenzione,Investigazione e Sicurezza

Entro la fine del prossimo anno (2024) la quantità di device connessi sulla rete 5G sarà il quadruplo della popolazione mondiale: un rapporto di 4:1. Questa crescita tecnologica esponenziale sarà la leva fondamentale dei processi produttivi ed economici mondiali. Una spinta tech e socioeconomica che però mostra ancora vulnerabilità decisamente preoccupanti ad una moltitudine di attacchi cyber mirati alla compromissione delle infrastrutture strategiche per ogni singolo “Sistema Paese”.

Leggendo l’interessante parere del World Economic Forum (WEF) sugli sviluppi della rete, i dispositivi IoT (Internet of Things) connessi alle nuove reti 5G supereranno la quota dei 40 miliardi di apparati, entrando di fatto, in maniera penetrante e pervasiva, in tutti gli ambiti della nostra quotidianità; non solo, la fondazione paragona il rischio cybercrime ai danni causati dai peggiori disastri/calamità, con un impatto negativo sul business mondiale di oltre il 70% e perdite economiche sempre più elevate, stimate tra i 10,5 e gli 11 trilioni di dollari nel triennio 2022/2025.

Telco: tempi duri 

L’impressionante diffusione dei dispositivi IoT interconnessi alle reti Telco e alle infrastrutture cloud, combinata all’espansione delle reti 5G necessarie alla loro funzionale crescita, sta creando un certo allarme all’interno del perimetro della cyber security. Un panorama di minacce tale da richiedere alle Telco significativi e urgenti cambiamenti delle politiche sulla sicurezza delle reti, non più solo quelle dedicate a garantire la resilienza delle infrastrutture dagli attacchi informatici interni, ma piuttosto nuove e robuste garanzie che possano soddisfare l’insicurezza esterna generata dalle crescenti vulnerabilità proprie dei dispositivi IoT, il più delle volte unsafe e prodotti con standard di sicurezza sotto le soglie della conformità cyber. 

IoT e 5G

Le previsioni degli esperti dell’universo IoT parlano di profondi cambiamenti nel breve periodo: i device nelle fasi di upload/download aumenteranno la loro velocità di trasferimento dati fino a dieci volte quella attuale, ottimizzando contestualmente i fattori di latenza e riducendoli drasticamente, grazie al supporto dagli strumenti offerti delle tecnologie 5G. Difatti, le tecnologie 5G rappresentano, allo stato dell’arte, il centro della nuova rivoluzione industriale 4.0 che guiderà la nascita di tutti quei servizi che modificheranno il nostro modo di vivere, di produrre, di lavorare; oltretutto, l’architettura infrastrutturale della nuova rete presenta innegabili vantaggi operativi e funzionali, però, come sappiamo, con l’aumentare della superficie d’attacco aumenteranno anche le possibili minacce cyber, che impatteranno pericolosamente anche sul “perimetro della sicurezza nazionale”. Esempio ne è l’utilizzo massivo dei device IoT abilitati sulle reti 5G nei settori dei trasporti e della mobilità, all’interno delle smart city, nell’industria 4.0 - le cd smart factory, in ambito sanitario proprio durante l’emergenza Covid-19. 

5G e sicurezza

Tuttavia, la quinta generazione della rete mobile è da molti anni al centro dell’attenzione, perché rappresenta la risposta - “logica” ma impattante - al massivo aumento delle connessioni in rete, una condizione ormai imprescindibile nel mondo delle telecomunicazioni digitali, che contribuirà ancor più alla creazione di ecosistemi digitali sempre più complessi, con effetti interessanti anche sulla superficie del cyber physical systems, principalmente in ambito smart grid. Alla luce di ciò, anche se negli ultimi anni le condizioni macroeconomiche hanno impattato negativamente sulla crescita del 5G con un significativo rallentamento della spesa, assistiamo comunque ad una crescita della domanda di prodotti ad “alto contenuto” che proietterà il mercato delle tecnologie 5G a superare nel 2027 la soglia dei 21 miliardi di dollari, proponendo soluzioni di sicurezza per il 5G che fanno uso di high-tech basate su firewall virtualizzati avanzatissimi e governati dal machine learning, ad esempio.

Telco in Italia

Nel nostro Paese il settore Telco produce complessivamente un giro d’affari di 71 miliardi di euro e un valore aggiunto pari a 38, rappresentando il 2,3% del PIL nazionale e il 5% circa degli investimenti. Recenti studi di settore hanno stimato il potenziale impatto che le telecomunicazioni avranno sul nostro futuro; ebbene, solo aumentando la velocità media di connessione di 10 Mbps si avrebbe una riflessione positiva sul Pil di 0,9 punti! 

Inoltre, se solo l’Italia si allineasse alla velocità di connessione media europea, già nel 2025 avremmo un Pil con ulteriori 40 miliardi di euro aggiuntivi, come potremmo avere altri 110 miliardi circa di PIL, se la banda larga fosse utilizzata dalle nostre aziende, come accade a livello medio europeo. Dati che fanno riflettere sulle contraddizioni politiche che emergono, da sempre, nell’agenda dei governi quando si affrontano i temi dello sviluppo delle Telecomunicazioni e della banda larga. Ma questa è un’altra faccenda!



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